giovedì 6 marzo 2014

DEFICIT DI MILIONI ALL’UMBERTO I: E ANCORA SI TAGLIA IL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO.


I cittadini romani e laziali stanno subendo, da alcuni anni a questa parte, un grave attacco da parte delle istituzioni locali e nazionali attraverso tagli di spesa alla sanità pubblica, tali da mettere seriamente in discussione ciò che viene considerata un’assoluta priorità dalla stessa Costituzione italiana: la tutela della salute di tutti i cittadini.

I suddetti tagli sono stati sempre ufficialmente considerati come assolutamente necessari se si voleva garantire il servizio di sanità pubblica, visti i debiti accumulati nel corso degli anni.

Sta di fatto però, che mentre si tagliava di qua e di là, la borsa dei fondi per la sanità pubblica continuava a perdere soldi da buchi che nessuno ha mai voluto vedere.

Così è successo all’ospedale universitario più grande d’Europa, l’Umberto I di Roma, secondo la relazione che l’attuale direttore generale dell’azienda ospedaliera ha inviato alla Corte dei conti.

Secondo questo dossier dal 1999 a oggi, attraverso promozioni a qualifiche superiori senza concorso e senza copertura finanziaria, gare d’appalto mai eseguite, proroghe di contratti di affidamento dei servizi senza alcun controllo e acquisti milionari di farmaci e protesi senza bandi, si è prodotto un enorme danno erariale, con debiti e deficit di centinaia di milioni di euro difficilmente gestibili.

Centinaia di milioni che potevano essere spesi per migliorare il servizio sanitario pubblico e che invece sono stati rubati dai famelici interessi privati di una minoranza che non si sazia mai. Soldi che potevano contribuire ad evitare la chiusura di interi reparti ospedalieri, come ancora sta succedendo, per esempio, in un altro grande ospedale di Roma, il San Filippo Neri, dove 100 pazienti reumatici, in piena terapia in corso, dovranno curarsi in un altro centro per la chiusura del reparto che li ospitava, con un alto rischio di ripresa della malattia grave di cui soffrono.

Finiamola, quindi, con la favola che da troppi anni ci stanno raccontando. La favola secondo cui non si può garantire a tutti i cittadini un servizio sanitario gratuito e di buona qualità perché non ci sono i soldi. Non è vero. Non ci abbiamo mai creduto e, visti i fatti, non ci crederemo mai.   

La verità è chiara e semplice: la stragrande maggioranza dei cittadini paga le tasse e queste tasse sono più che sufficienti per garantire ciò che è previsto dalla Costituzione: una sanità, e anche un’istruzione, per tutti, senza discriminazioni di tipo economico, e di ottima qualità.

Se non è questo che succede, vuol dire che altri interessi, di piccole minoranze, stanno succhiando le risorse, a discapito delle esigenze di tutti.


Roma, 06.03.2014  

 
Partito Umanista
Roma

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